Radioamatori e P. C. (2^parte)

IK1YLO Alberto Barbera Presidente R.N.R.E.

di IK1YLO Alberto Barbera.

Nel precedente articolo abbiamo iniziato a fare un po’ di chiarezza nel mondo del volontariato e dell’inserimento dei radioamatori in queste attività.
Nel lontano 1985 l’allora Ministro per il coordinamento della Protezione Civile aveva deciso di dare l’incarico ad alcuni Radioamatori di creare una rete alternativa di radiocomunicazioni e successivamente nel 1986 lo stesso Ministero degli Interni aveva inviato una raccomandazione alle Prefetture per prendere contatto con l’unica associazione dei radioamatori dell’epoca e cioè l’ARI per possibili utilizzi dei radioamatori in situazioni di emergenza.
Da quei momenti sono passati ben 32 anni ed allora i Radioamatori erano l’unico strumento disponibile per le autorità a supporto di catastrofi o manifestazioni pubbliche.
Lo sviluppo delle comunicazioni è stato tumultuoso in questo trentennio e quindi, per valutare un reale possibile impiego ai giorni d’oggi dei Radioamatori in emergenza, dobbiamo necessariamente partire dalle seguenti considerazioni:
1. la presenza sempre più massiccia di infrastrutture telematiche nel nostro mondo, telefonia cellulare, internet, reti cablate, satelliti ecc.
2. tutte le Associazioni del settore volontariato operanti in emergenza sono dotate di apparecchiature RTX e di loro reti interne operative su frequenze civili
Quindi i Radioamatori non sono più rimasti la sola alternativa per le comunicazioni se non, come più volte ribadito nell’ambito dei convegni mondiali, in Paesi in cui non esista una rete di infrastrutture valida: possiamo citare a titolo d’esempio l’esperienza del Nepal o prima ancora di Haiti, dove effettivamente i Radioamatori portarono il loro contributo determinante.
Altro esempio vicino a noi fù la guerra in Jugoslavia dove, ad esempio, la Slovenia dovette ricorrere all’utilizzo massiccio dei Radioamatori per coprire le carenze di comunicazione.
Esaminando la situazione attuale in Europa e nello specifico in Italia, che a buona ragione può essere considerata all’avanguardia nel settore Protezione Civile, dobbiamo operare una sostanziale differenze tra :

• attività Radio a supporto di manifestazioni o eventi
• attività emergenziali
Questa differenza non è stata purtroppo ben compresa da parte delle Associazioni radiantistiche, rimaste legate ancora alle notifiche del 1985 sopra citate .
Si è proseguito a far credere all’esterno che tutti i Radioamatori per il solo fatto di essere in possesso di patente e licenza, erano in grado di svolgere entrambi le attività sopra riportate.
Questo equivoco ha portato gli stessi Radioamatori a vivere esperienze sicuramente non piacevoli ed imbarazzanti in un contesto, cioè quello della Protezione Civile, dove si erano fatti passi da gigante: voglio ricordarne solo una titolo esemplificativo avvenuta durante il terremoto dell’Aquila.
Un Radioamatore inviato ad Onna, che come ricorderete è stata una delle aree più colpite dagli eventi sismici, messosi a disposizione dei responsabili venne subito invitato a fornire il suo supporto a seguito di gruppi di soccorritori.
Ricordiamo che l’area era stata completamente chiusa ed inaccessibile a tutti coloro non coinvolti nei soccorsi per motivi di sicurezza.
A questo punto venne invitato ad indossare la divisa per poter essere riconosciuto come prevedono le normative in tali emergenze.
Candidamente dovette confessare che non era dotato di divisa in quanto l’associazione che lo aveva inviato non le riteneva necessarie .
Il problema fù risolto chiedendo ad un volontaro presente, data l’emergenza ,di togliersi la divisa e prestarla al collega Radioamatore….
Immaginate l’imbarazzo e da qui la decisione del Radioamatore di non partecipare mai più in futuro in tali evenienze per non fare figure sicuramente non piacevoli….
Quel Radioamatore infatti mi confessò di avere prestato in passato più volte la sua opera sul territorio per manifestazioni ciclistiche o similari e che nessuno gli avesse spiegato l’importanza di una divisa, come riportato nelle linee guida del Dl8, come “il primo DPI (Dispositivo di Protezione Individuale) da utilizzare .

L’avere cercato di valutato le varie attività della stessa tipologia hanno comportato confusione non solo all’interno del mondo radioamatoriale ma soprattutto all’esterno, tanto da considerare non più affidabili i Radioamatori da parte dei responsabili istituzionali delle emergenze.
In pratica infatti da molti anni i Radioamatori sono fuori dal contesto emergenziale ed infatti coloro che hanno voluto proseguire a svolgere questo tipo di attività, si sono rivolti ad Associazioni operative anche se non nel settore specifico delle comunicazioni in emergenza.
Ecco quindi possibile trovare oggi gli OM nelle Misericordie, nell’ANC,nella FIR-CB, ecc.
L’Associazione dei Radioamatori da anni non è stata più attivata per fornire il proprio contributo, e l’ultima emergenza relativa al sisma che ha colpito il Centro Italia né è un esempio.
Durante il sisma dell’Aquila ci si rese conto di questa situazione ,ed essendo venuti a conoscenza della decisione da parte del DPC di creare Colonne Mobili associative che fossero direttamente attivabili da Roma senza passare attraverso le Regio, si decise di dare vita ad RNRE ed iniziare a recuperare tutti gli OM e non, che intendevano fare del volontariato di Protezione Civile in modo professionale.
I risultati sono sotto gli occhi di tutti: una presenza selezionata su tutto il territorio nazionale di mezzi, apparecchiature e volontari che hanno portato ed una attivazione da parte della Presidenza del Consiglio iniziata il 24 agosto e terminata il 23 gennaio u.s.
L’utilizzo dei Radioamatori nei nuovi scenari.
Per parlare del reale utilizzo dei Radioamatori bisogna ripartire dalla considerazione fatta in precedenza e cioè esaminare i vari scenari in cui i Radioamatori possono trovarsi coinvolti e che si è ritenuto di riportare di seguito in dettaglio:
• Supporto radio a manifestazioni sportive o pubbliche di particolare rilievo
In questo caso, ferme restando le limitazioni previste dalla legge e gli obblighi da parte del Comune di emettere ordinanze specifiche, i Radioamatori possono essere di supporto fornendo una copertura radio sia con l’utilizzo di RPT già installati oppure portatili da collocare in modo opportuno per garantire che non esistano zone d’ombra.
Le frequenze normalmente utilizzate sono VHF/UHF.
Le zone sono limitate in termini di area e la definizione del tipo di supporto da utilizzare determinata con largo anticipo.
Nel caso di fornitura da parte delle locali amministrazioni di apparecchiature operanti su frequenze civili saranno queste ad essere utilizzate.
In questo caso ovviamente non si può parlare di attività di tipo emergenziale
• Ricerca persone
E’ normalmente richiesta dalle Prefetture in caso di ricerca di persone disperse ed avviene congiuntamente ai gruppi cinofili, gruppi di volontari, forze dell’ordine.
Questo tipo di attività prevede normalmente dei software applicativi fatti in modo da sezionare il terreno e richiedono l’utilizzo, da parte dei volontari, di apparecchiature GPS .
Anche in questo caso si ha normalmente un area delimitata ed un tempo di preavviso normalmente di almeno un giorno.
Si ricorda che in zone montane questo tipo di attività e delegata esclusivamente al Soccorso Alpino.
In alcuni casi in zone particolarmente difficoltose sono state utilizzate da parte del Raggruppamento (R.N.R.E.) stazioni satellitari per creare un centro di coordinamento sull’area.
Questa attività richiede già personale preparato e dotato di mezzi ed apparecchiature adeguate oltre ad una sintonia con le altre forze in campo.
RNRE si è particolarmente distinto in questi ultimi anni per il servizio svolto soprattutto in zone impervie dell’Appennino.

• Supporto per disinnesco ordigni bellici
Questa attività viene richiesta da parte della autorità qualora sia necessario evacuare temporaneamente la popolazione e chiudere gli accessi.
In tal caso si ha un preavviso di parecchi giorni e quindi è possibile definire le modalità di intervento.
Sono attività che si risolvono normalmente nell’arco di una giornata ed il supporto richiesto è quello di mantenere i contatti con un centro operativo per coordinare l’apertura e chiusura dei varchi di acceso ed eventuali criticità per spostamento persone con handicap.
Anche in questo caso non si può certo parlare di attività di tipo emergenziale.

• Supporto in situazioni emergenziali
Diverso il discorso per questi scenari che prevedono interventi mirati e tempestivi che non possono essere forniti dai normali Radioamatori ma che ormai da diversi anni vedono l’esclusiva presenza di strutture dotate di mezzi e apparecchiature specifiche.
I volontari/Radioamatori utilizzati sono opportunamente preparati ed inseriti in un contesto coordinato e definito .
Gli scenari previsti sono:
A) emergenze per cause naturali in aree limitate e quindi di Tipo A/B: coordinate da Comuni e Regioni
B) emergenze per cause derivate dall’uomo in aree limitate di Tipo A/B: coordinate da Comuni e Regioni
C) emergenze dovute ad attentati : in tal caso il tipo di intervento è definito di volta in volta e così il tipo di coordinamento

D) emergenze di ampie dimensioni : in tal caso sono definite di Tipo C e sono previsti interventi delle Colonne Mobili Nazionali delle associazioni convenzionate con la Presidenza del Consiglio .
Attivazioni e coordinamento sono fatte dalla Presidenza del Consiglio e prevedono la concessione dei benefici previsti dalla Legge 194.
In questo caso la presenza dei Radioamatori, non facenti parte di strutture specifiche, non è preso in considerazione nelle aree colpite.
Un loro utilizzo può essere utile per collaborare alla rete alternativa HF,come appunto fatto da RNRE dalle ore 5 del 24 agosto per i primi tre giorni.
Molti Radioamatori anche non facenti parte del Raggruppamento si misero a disposizione per fornire alla sala Radio nazionale IQ1HR (Headquarter Radioemergencies) notizie dai territori coinvolti utili per gli spostamenti dei mezzi e dei volontari che raggiungevano le aree colpite.
In questo caso possiamo ancora parlare in pratica di utilizzo dei Radioamatori.
Le condizioni essenziali per questo tipo di intervento sono:
1. Disponibilità ad intervenire in tempi rapidi
2. Essere stati formati secondo il Dl 81
3. Essere stati formati sugli impieghi di nuovi mezze di comunicazione
4. Essere dotati di divise
5. Conoscere i mezzi e le apparecchiature della C.M.N.
6. Conoscere il sistema integrato di intervento del DPC
Nel caso quindi di Radioamatori disponibili ad intervenire sui luoghi dell’emergenza, secondo le linee del passato, purtroppo non c’è assolutamente spazio. Sarebbero solo d’intralcio in un sistema che richiede professionalità e disponibilità.
I Radioamatori sono quindi sicuramente utili considerando la loro preparazione di base e la flessibilità a cavarsela sul posto alla risoluzione dei problemi tecnici ma solo se integrati in un progetto nazionale.
Inoltre solo considerando l’ultima emergenza si è visto che accanto ad un nucleo operativo di OM preparati a questo tipo di attività ci sono stati molti volontari che hanno fornito dei supporto specifici ed altamente professionali sempre nel settore delle comunicazioni che non erano radioamatori…vogliamo ricordare le reti dati installate,la cartografia ed il supporto logistico alla popolazione.
Quindi in conclusione . Ben vengano i Radioamatori con il loro bagaglio di esperienze ma solo se sono disponibili ad entrare a fare parte di un sistema integrato di Protezione Civile.
Nei prossimi articoli cercheremo di entrare nel dettaglio delle operatività richieste.

(ndr) Questo articolo lo ritroverete, prossimamente e con più dettagli, nel nuovo numero de “La Radio

 

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